Toponomastica, un altro modo di viaggiare

Rédigé par Enrico Alberini

La toponimia: un altro modo di vedere la geografia di un paese, un altro modo di viaggiare. Basta cercare l’origine di questo o quel nome di luogo per scoprire che un passato molto ricco si nasconde dietro l’incrocio, la collina o… il passo.

Esistono dei nomi di passi molto pittoreschi e divertenti:

  • col di CANTECOUYOUL (09-0565): in altre parole: passo di Chante-Coucou e non canta-coglione come mi aveva affermato un pirenaico in cima a questo stesso passo in occasione di una concentrazione di Cent Cols…

Il mio preferito è:

  • Col de PIQUOTALEN (81-1004) che significa: il passo dove la fame vi punge! Non dimenticate di portare viveri per la sua ascensione!

Ma, naturalmente, i nomi dei passi corrispondono, per la maggior parte, ad attività rurali legate all’agricoltura. Questi nomi sono stati modellati nel corso dei secoli da generazioni di contadini che hanno anche plasmato i paesaggi.

Gli esempi sono numerosi, si possono citare:

  • Col de la CAYOLLE (04-2327) : da “Cayolla” : chalet o baracca di pastore in montagna (Provenza). Nei Pirenei gli alpeggi sono disseminati di “cayollars”, l’origine è la stessa.
  • Col de GAUDISSART (26-0889a) : Gaudissart :legno dissodato, in antico francese
  • Col AGNEL (05-2744) :da agnielle o agniere: quartiere frequentato dalle pecore, pascolo per pecore.
  • Col d’ARCES (74-1160) : arces: :suolo dissodato dagli incendi. Ha dato: arcine (vedere 05-2348)
  • Col d’ARTIGAU (31-1382) : artigau: prato sul versante di una montagna con capanna o fienile per il bestiame o il pastore (Pirenei centrali)
  • Col o Pas de L’AUP (05-1413, 05-1680, 74-1425a etc…)  : termine molto frequente, sinonimo di alpe (alpeggio o pascolo di montagna). Una buona dozzina di nomi designano la stessa cosa ( aupet, alpet, auet, aupas etc…) . Questo nome così comune è servito anche a designare il massiccio alpino stesso.
  • Col de la RAMAZ (74-1557) : ramaz : recinto in cui il gregge è raccolto all’alpeggio (Savoia) Etc….

Altri nomi sono in relazione con dati naturali, sono soprattutto descrittivi:

  • Col de la SCHLUCHT (68-1139)  : schlucht : gola (Alsace).
  • Cormet de ROSELEND (73-1068) : roselend :torbiera, luogo in cui crescono le canne (Savoia).
  • Col d’AUZINES (11-0335a, 66-0606 etc..) : auzines : bosco di querce verdi (Aude)
  • Col de JOUX VERTE (74-1765)  : joux o jau : montagna boscosa.
  • Col de l’ARENIER (07-0682) : arénier : terreno sabbioso, sciopero.
  • Col de l’ESPIGOULIER (13-0722) : espigoulier : terreno coperto di lavanda o incolto.
  • Col de la BUFFAZ (73-1439, 74-1500a) : buffaz : tempempesta, luogo esposto ai vento (Savoia).
  • Col de LESCHAUX (74-0897) : leschaux : suolo incolto al di sopra della foresta (Savoia)
  • Col des GLIÈRES (74-1425b) : glières : terreno scivoloso (regione di Thônes 74).
  • Col du FAYET (07-0611) : fayet : foresta di faggi, vedi anche: fage, faye etc…

Sono più rari i nomi dei colletti che evocano un’attività industriale o artigianale:

  • Col de la GIPIÈRE de L’ORONAYE (04-2482) : gipière : cava di pietra di gesso (Ubaye)
  • Col de l’ARGENTERA (04-1991) o col de Larche, sfruttamento delle miniere d’argento (alpi marittime)

La storia non è da meno, si ritrova nel nome di alcuni passi:

  • Col de CLERGUE MORT (48-0845a) : clergue : chierico (uomo di chiesa). Il nome di questo passo evoca l’epoca turbata della guerra dei Camisards (protestanti Cévenols) contro le truppe del maresciallo di Villars sotto il regno di Luigi XIV. Un prete sarebbe stato massacrato qui.
  • Col de la JUSTICE (07-0679b), il nome “giustizia ” è abbastanza frequente in tutta la Francia. Esso designa un’elevazione di terreno sulla quale erano erette le “forche patibolari” (forca per i pendoli!). Vedi anche: col des FOURCHES (che può anche significare “incrocio”).
  • Col de CASTELLARAS (06-1248) : Castellaras : grande castello forte, castello in rovina (Provenza).

Anche gli animali hanno ispirato i nomi di luoghi:

  • Col de POUTRAN (38-1996b) : da poulitra : la puledra (Alpi)
  • Golet du TAISSON (73-1487)  : taisson : nome dato al tasso… Golet du Taisson significa quindi: buco del tasso.

Infine si può finire con un magnifico pleonasmo:

  • Col du LAUTARET (05-2057) : lautaret significa… passo !

Questi nomi di luoghi fanno parte di un patrimonio come può farne parte un monumento storico e, come un monumento, possono essere messi in pericolo. La desertificazione rurale ha come risultato l’abbandono di nomi di siti che non sono più chiamati perché disabitati. Le lingue regionali che hanno permesso di nominare questi siti non sono più comprese da molti. La vita cittadina non spinge alla poesia i nomi dei luoghi, si preferisce loro i termini tecnici: ZUP, ZAC… Riabilitare i nomi dei passi caduti nell’oblio con una ricerca su documenti o sul campo potrebbe essere una delle vocazioni della confraternita des Cent Cols.

René POTY

Fonte bibliografica del sito:
“I nomi dei luoghi in Francia”: glossario di termini dialettali André Pégorier (ingegnere capo geografo)
Istituto geografico nazionale Seconda edizione riveduta e completata da Sylvie Lejeune. Commissione di toponimia 1997.

La risposta di Georges Rossini

Ho appena letto l’interessante articolo di René sull’origine della toponimia e l’origine dei nomi dei passi, tra i quali rilevo un’inesattezza, si tratta del toponimo Col de la Joux Verte (74-1765).

La parola Joux è di origine latina, molto usato nell’idioma savoiardo per definire Joug per la lingua francese, Joch per la lingua tedesca e Giogo per la lingua italiana, alcuni esempi :

Col de la Joux Plane (74-1713)
Stilfser Joch 2758 m, secondo nome in tedesco del Giogo o Passo dello Stelvio
Giogo della Bala 2129 m , questi due passi sono in Lombardia (Italia).

Ci sono vari passaggi geografici che portano il nome Joux come La Joux nel Chablais e La Joux in L’Ain che non sono elencati nel catalogo dei Passi di Francia.
C’è anche La Forclaz toponimo sempre di origine latina, Forca in italiano che sono sinonimi di fourche. Oppure Pertuis sinonimo di Porte, Porta in italiano, Port in spagnolo, ecc.

A proposito di Forca, e dei numerosissimi passi che hanno tuttavia le vere caratteristiche di un passaggio geografico (depressione tra due sommità, mettendo in comunicazione due valli idrografiche), non elencati nel catalogo, consultando la nuova carta IGN TOP 25 – 3741 OT,
Valle del Vésubie (Alpi Marittime) c’è un passaggio geografico che porta il nome di Forca dell’Authion 1986 m, tra la sommità 2078 m e il Mille Fourches ( !! ) 2042 m, situato sulla strada che forma il circuito dell’Authion partendo dal Col de Turini 1604 m. Osservando un po’ più in basso c’è un altro passaggio geografico che dovrebbe essere chiamato Forca de Cabanes Vieilles a 1779 m tra la cima di Mille Fourches 2042 m e la cima di Vaiercaout 1816 m.

Certo, bisogna rispettare il Regolamento, che stabilisce che solo i passi recanti ufficialmente questo nome o materializzati da un cartello in cima. E tuttavia Joux, Forclaz, Forca, Pertuis, ecc. sono sinonimi di passaggio geografico.

Preso risponderò sull’imbroglio dei passi franco-italiani.

Georges Rossini

Il punto di vista dell’IGN

Buongiorno,

in risposta al vostro messaggio del 4 dicembre, vi inviamo i seguenti elementi
Un termine generico può contare diverse varianti attestate: Joux, nome femminile, può scriversi jaux, jeux, jeu, jau, jo, joe, jour, jux, zour, dzaou, jor, joeur, jeur, djeux, dieux, jieu, jorasse, jorats. Queste varianti sono dovute alle aree linguistiche interessate e ai diversi patois locali.
Questa parola viene dal gallo giura significante altezza boscosa; ha per parole romancie corrispondenti; jours, jorx, jugi, jorz. È stato confuso dagli scribi con jugum che significa pezzo di legno per l’accoppiamento dei buoi.
Infatti, Joug, nome maschile, ha il senso della parola francese, ed è un altro termine dialettale che designa un’unità di superficie agraria che un paio di buoi arano in un tempo determinato.
È importante conoscere il genere per tentare di dedurne il senso; ma a volte con rivestimenti latini il senso evolve o si perde. Il caso dei luoghi detti non abitati è delicato perché hanno spesso un’etimologia che rimane dubbia, in mancanza di forme antiche.
In Italia Giogo, nome maschile, significa passo; ma indica anche un giogo con il senso che gli conosciamo in francese. Invece giogaia, nome femminile, significa catena di montagna, vetta.
In Germania, Joch, nome neutro, significa sia passo che giogo. Il senso più diffuso di serra, Sarra, nome femminile, con le varianti pirenaiche Sarrat, sarrade, è la cresta rocciosa intagliata e di forma allungata. Questo termine generico deriva dal pre-latino serra (che significa sega, montagna allungata) e più esattamente dal serrata, specie di sostantivo verbale che è il femminile del coinvolgimento passivo del verbo serrare di cui la forma classica è serrare, che significa chiudere.
La questione di genere è più complessa.
Al maschile, il termine generico pirenaico Sarrat ha due significati: indica un passo stretto, senso poco conosciuto, e che ha varianti Sarret, Sarrot. L’altro senso è quello di una cresta, un’altezza, una collina allungata ed ha per variante molto conosciuta la parola serra, di genere femminile.
Il termine generico alpino è la serra che significa collina allungata. Al maschile, Serret prende il senso di piccola collina e Serras conserva il senso di grande collina; ma a volte prende il senso di gola (Sarras).
Sperando di avere dato qualche chiarimento, vogliate gradire i nostri saluti distinti.

É. Calvarin